Vincenzo Luriola pittore

La Repubblica - pagina II  martedì 25 giugno 1991

Il "Polittico di San Giovanni": 800 tele di 200 artisti
Sull'Arno un maxi-puzzle omaggio alla città d'arte

«Voga Mariotti, voga» urlava un pittore con un forte accento tedesco dalla sponda dell'Arno: e Mario Mariotti, il vulcanico artista fiorentino, laggiù in mezzo al fiume sorrideva a denti stretti sotto un sole che non concedeva tregua.
C'è voluto un giorno intero perché Mariotti, su una barchettina a remi, riuscisse a trascinare sull'acqua e a mettere insieme le ottocento tele galleggianti che duecento artisti hanno dipinto in pochi mesi e che sono andate a formare un polittico tremolante e fragile, illuminato da potenti spot nella notte della tradizione, la notte di San Giovanni. E' nata così, a prezzo di una fatica sovrumana, l'opera d'arte contemporanea più curiosa e originale che Firenze possa vantare: il «Polittico di San Giovanni», un enorme rettangolo galleggiante di l6 metri di larghezza per 32 di lunghezza, proprio là dove gli Uffizi e il Ponte Vecchio guardano il fiume. E’ stato finalmente ‘varato’ ieri sera, dopo una giornata campale, dalla sede della Società Canottieri Firenze subito dopo gli immancabili fuochi d'artificio, sotto gli occhi meravigliati di migliaia di fiorentini e di turisti giunti in città per ammirare i capolavori di Leonardo e di Donatello. Un'opera effimera, vissuta per il breve spazio di una sola notte: l'enorme polittico Infatti verrà rismontato oggi pezzo per pezzo, e ogni artista si riporterà a casa il proprio lavoro.

L'idea è di Mario Mariotti (ed è stata realizzata con l'aiuto del Comune e dell'Azienda di promozione turistica, e con la promozione di La Repubblica e della Banca Toscana):  costruire un’opera d'arte che rappresenti Firenze e alla quale partecipino i suoi artisti contemporanei, quelli che qui hanno messo radici, che Firenze ha adottato o che sono semplicemente di passaggio. Così alla fine si sono ritrovati in duecento, fra questi anche francesi e tedeschi; e, ognuno in maniera assolutamente indipendente, hanno dipinto dei quadri di ‘senso compiuto’ e in otto forme differenti. C'è chi ha scelto il trittico, chi il quadrittico, e cosi via fino ad opere d'arte composte anche di cinque tele ciascuna. Tutti hanno lavorato in maniera libera secondo la propria ispirazione e il proprio stile: eppure il lavoro finale, un quadro-puzzle gigante adagiato pigramente sulle acque dell'Arno, ha un senso ben preciso anche se nascosto.
Quale? E' un omaggio alla città d'arte che, nonostante custodisca uno dei più ricchi patrimoni storici d’Italia, è capace di aprirsi alla contemporaneità seppure a costo di grandi fatiche. «Il polittico, rappresenta in pieno l’ arte contemporanea di Firenze che è frammentaria, i suoi artisti sono costretti a lavorarvi isolati e spesso ad emigrare» spiega Mariotti, «insomma, galleggiano ognuno per conto proprio». E ricorda che il nome l'opera, «Trotzdem», in tedesco significa appunto «nonostante tutto».

Ma nel polittico c’è anche un messaggio nascosto, un percorso cifrato che permette di capire il legame con il passato che per l’arte contemporanea è comunque una linfa vitale. Un gioco quasi cabalistico, tutto racchiuso in un numero simbolico: l'otto, che è un po' la chiave di lettura per espira la misteriosa opera galleggiante.  «Ottagonale è la base del Battistero, il simbolo della Firenze dal passato. Così anche nel polittico tutto è multiplo di otto: ogni tela misura 8 metri per 8, ì pezzi sono ottocento, l’opera così composta è un enorme rettangolo di 32 metri per 16, anch'essi multipli di otto» spiega con fervore Mariotti «Ma non è finita: il polittico è un vecchio concetto usato da  sempre nell'arte, noi l’abbiamo rivitalizzato. E il grande rettangolo finale è in realtà un doppio quadrato, e questo rappresenta anche il carattere dei fiorentini che è sdoppiato, diviso tra antico e moderno».
Insomma i vari tasselli di ogni colore, ognuno con la sua storia, con un insieme di segni compiuti in sé, realizzati da artisti così diversi tra loro, si fondono in un insieme omogeneo che nasconde un precisa chiave di lettura. E che resterà nell’immaginario della città come un intervento urbano condotto dall’irrequieto Mariotti che già anni fa ridisegnò i mille volti di una delle sue piazze più vive, Santo Spirito. Gli artisti? Impossibile ricordarli tutti duecento, ma uno dei possibili giochi era quello di riconoscere, nel grande quadro finale, le firme più note mescolate a quelle dei più giovani: Fernando Cucchi e Giovanni Spinicchia, Lapo Binazzi, Camilla d’Afflitto e Letizia Befani, il gruppo formato da Barrid, Buaccioni,  Natalini e Ruffo, Ugo Bariozzetti, Andrea Granchi, Vinicio Berti. (m.z.)

 

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Vista delle opere sull'Arno e Locandina manifestazione

Il polittico di Vincenzo Lauriola

Vista delle opere sull'Arno
Vista delle opere sull'Arno
Vista del polittico di Vincenzo Lauriola sull'Arno

 

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